Il
Coro Latinoamericano di Roma diretto da Eduardo Notrica, si prepara a partecipare a due concerti che si
terranno a Berlino (Universität Potsdam).
Sabato 25 maggio - Berlino
Domenica 26 maggio - Potsdam (Berlino)
Porteremo
alcuni brani di Carlos Guastavino, compositore argentino a cui abbiamo dedicato tre
concerti a fine anno, per rendere omaggio al centenario della sua nascita;
presenteremo Mi garganta no es de palo, una
“copla” del folklore argentino armonizzata da Guastavino. La “copla” è una
composizione molto diffusa nella tradizione campestre argentina. Piccoli versi
che venivano cantati o recitati con o senza accompagnamento musicale, che
raccontano storie e situazione da cui trarre insegnamenti di vita vissuta. Poi
sempre di Guastavino portiamo Se equivocó
la paloma, testo di Rafael
Alberti scritto durante il suo esilio e, Gala
del dia che fa parte de Las Indianas, raccolta di sei brani per
4 voci miste e pianoforte composte da Guastavino su poemi di autori famosi.
Al
tango, elemento fondamentale della tradizione argentina dedichiamo Romance de barrio di Anibal Troilo. Il
tango è una espressione artística di fusione tra le comunità presenti alla fine
del XIX secolo nella città di Buenos Aires, risultato della forte immigrazione,
soprattutto europea che trasformó la società rioplatense. Il tango nasce quindi, proprio a Buenos Aires,
genere musicale e danza dichiarato Patrimonio Culturale dell’Umanità. Proseguiamo
con Si Buenos Aires no fuera así di Eladia Blázquez, cantante e
compositrice argentina di tango.
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Maracas |
Parliamo
anche delle danze cantate, come il Bullerengue,
brano della tradizione colombiana, proveniente dalle influenze africane.
Il bullerengue veniva tramandato di generazione in generazione, ed è per la comunità
afrocolombiana la danza che più identifica le festività; catatterizzato dal suono di
tamburi e maracas.
Altra
danza cantata è la Chacarera Santigueña. La
chacarera di tradizione argentina, il vocabolo “chacarero” sta a significare lavoratore
della “chacra” cioè dell’orto. Veniva ballata nei campi alla fine della
giornata di lavoro.
Dall’Argentina
ancora Viene clareando di Atahualpa
Yupanqui. Un brano malinconico che canta la nostalgia del dover lasciare la
propria terra. Questa è una “zamba”, il nome si riferisce al termine che veniva
usato per definire i discendenti di coppie formate da indios e africani. La
zamba è una danza di corteggiamento presso queste comunità meticce.
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Cuba |
Non
potevamo non mettere in programma il bolero, altro genere musicale “típico”
quando pensiamo al continente latinoamericano. Il brano con cui lo
rappresentiamo è Quizás, quizás, quizás
di Osvaldo Farrés. Il bolero ci ricorda Cuba, dove questo genere si sviluppò
intorno al 1840, caratterizzato da un accompagnamento di chitarra e
percussioni.
Per il Brasile, Canto triste, una
delicata melodia su testo di Vinicius
de Moraes, Rosa amarela e Verde mar, brani
appartenenti al folklore brasiliano, ma anche con un brano molto particolare Tres cantos nativos. La sua originalità
consiste nel essere formato da tre diverse melodie. Rappresenta gli inizi della
civiltá, il linguaggio della comunicazione arricchito dai suoni tipici della
giungla. Proviene dai canti tipici degli indiani Kraho, indiani nativi brasiliani che vivono nelle foreste del nord
del Brasile.
Normalmente
finiamo i nostri concerti con un carnavalito. Il carnavalito è un genere
musicale che ha origini precedenti all’arrivo dei colonizzatori europei nella
regione del Tucumán, tra Perú, Bolivia e zona nord dell’Argentina, nella valle
della Quebrada. Carnavalito quebradeño
degli Hermanos Ábalos che ha ripreso questo brano dalla tradizione popolare.
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Immagine della "quebrada" |
La
“quebrada” è un posto molto particolare, sta ad indicare una vallata, una gola
profonda che veniva usata già ai tempi dell’impero Inca come via di
comunicazione naturale. Oggi si possono trovare lungo il camino resti delle
civiltà precolombiane.
Insomma cercheremo di dare spazio alle innumerevoli sonorità che questo meraviglioso continente raccoglie e offre. Naturalmente sotto la direzione e guida del nostro direttore artistico Eduardo Notrica.
Gianna Tudini - 2013